Biografico, 120 min.
Italia 2020

La storia ci fa incontrare il pittore da bambino, è diverso dagli altri. È stato abbandonato dalla madre italiana a Zurigo, malato di gozzo e rachitismo viene affidato a una coppia di contadini svizzeri tedeschi che lo tengono sostanzialmente per intascare la sovvenzione per l’affidamento. Il ragazzino è isolato, preferisce gli animali agli esseri umani. A vent’anni viene espulso dalla Svizzera e si ritrova in Italia, frammenti di istruzione – a scuola era vessato da un maestro che gli metteva un sacco in testa e tutti i compagni a urlargli intorno – a Gualtieri, paese di origine del padre biologico. Sono anni di fame, solitudine, freddo, stenti. Ma c’è l’incontro con Marino Mazzacurati che lo aiuta a scoprire l’arte e se stesso attraverso la scultura e soprattutto la pittura. Supera così il suo isolamento, l’emarginazione, Toni, creando un mondo di colori e animali esotici. Il film è una grande favola sulla diversità con un Elio Germano perfetto e intensissimo.