Premessa

Con questo appuntamento il Circolo Gulliver continua la rassegna di “Cinema e paesaggio” proponendo un film dedicato all’IDENTITA’.

Struttura dell’evento

1° Parte  Proiezione del film

Piazza Garibaldi di Davide Ferrario

“Piazza Garibaldi” è un toponimo che si incontra in qualsiasi città italiana. E’ la metafora della nazione e della sua storia. Come nel fortunato e premiato La strada di Levi, Ferrario si mette in viaggio: stavolta sulle orme della spedizione dei Mille. L’obiettivo: verificare il rapporto tra passato e presente, partendo da Bergamo, una volta “Città dei Mille” e oggi roccaforte padana, per arrivare fino a Teano. Il viaggio è pieno di sorprese, incontri, riflessioni: un grande road movie attraverso la storia e la geografia del paese .

 

Il regista: Davide Ferrario è nato il 26 Giugno 1956, a Casalmaggiore, Italia. Si laurea in letteratura americana all’Università di Milano. Vive a Torino. Inizia a lavorare nel campo del cinema negli anni ’70 come critico cinematografico e saggista. Il suo debutto alla regia è del 1989 con La fine della notte, giudicato “Miglior film indipendente. Dirige poi sia opere di finzione che documentari che sono stati presentati in numerosi festival internazionali, da Berlino al Sundance, a Venezia, Toronto, Locarno.Ricordiamo: Tutti giù per terra, Figli di Annibale, Guardami e i lavori realizzati con Marco Paolini, Dopo mezzanotte, La strada di Levi e Tutta colpa di Giuda (2009). È anche autore di romanzi: Dissolvenza al nero Sangue mio. È collaboratore di testate giornalistiche e radiofoniche  e, recentemente, fotografo.

 

 

2° Parte La parola all’autore

“Perché noi italiani non riusciamo più ad immaginarci un futuro?”

Conduce l’incontro il critico cinematografico Paolo Vecchi

L’esperto: Paolo Vecchi, saggista, collaboratore del mensile “Cineforum”, è autore, coautore o curatore di numerosi libri, i più recenti dei quali sono dedicati ad Andrej Tarkovskij, Emir Kusturica, il western psicologico, gli zavattiniani cinegiornali liberi, Jerzy Kawalerowicz e Béla Tarr. Nell’ambito dei rapporti tra musica e cinema ha curato, insieme a Ermanno Comuzio, il volume: 138 e mezzo – I film di Nino Rota.